Passaggio generazionale o vendita azienda?

settembre 21st, 2016

Anche se sono in conflitto di interesse nel promuovere la vendita dell’azienda rispetto al passaggio generazionale ecco tre valide argomentazioni molto oggettive:
1) Da statistiche consolidate a livello mondiale, nell’80% dei casi il passaggio generazionale non ha successo. Da questo risulta quindi che il consiglio di vendere l’azienda è un suggerimento che nell’80% dei casi è corretto.
2) Nella vendita abbiamo un corrispettivo in denaro che ha la dote di avere un valore certo e divisibile. Ciò sta a significare zero problemi nel passaggio generazionale ereditario. Questo è un grandissimo valore che capisce molto bene chi ha vissuto queste problematiche cha a volte rovinano totalmente i rapporti familiari.
3) L’imprenditore chiude il cerchio. A mio parere è compito dell’imprenditore quello di pianificare anche la propria uscita (non deve essere madre natura a deciderla). Con la vendita c’è un punto fermo e di chiusura, nei passaggi generazionali vediamo troppo spesso imprenditori di oltre 70-80 anni che non riescono proprio a delegare ai figli. Rimane sempre un passaggio generazionale incompleto.

Passaggio generazionale – caso 4) Erede incapace e non volenteroso di continuare

aprile 12th, 2012

In una situazione di passaggio generazionale possono verificarsi diverse fattispecie a seconda delle caratteristiche del figlio a cui il padre vorrebbe lasciare l’azienda. il caso 4, quello in cui l’erede non ha ne la capacità ne la volontà di continuare  è abbastanza semplice, in quanto è chiaro che il passaggio generazionale non costituisce una soluzione di continuità. Non dovrebbe quindi esserci il passaggio generazionale (l’imprenditore dovrebbe assolutamente capirlo!!!).
La valutazione spetta al fondatore che deve decidere se portarsi l’azienda nella tomba o valutare altre soluzioni.
Ecco i miei suggerimenti:
1) Vendere e chiamatemi
2) Organizzare l’azienda in modo tale che sia gestita da manager. L’imprenditore si ritaglia un ruolo da azionista sempre meno operativo. All’erede spetterà il compito di decidere se tenere un’azienda con manager o venderla.
3) Inserire in azienda nuovi soci che possono anticipare una liquidazione (es. socio che acquisto quote) o rendere più solida la società (es. socio in aumento capitale con opzione però di futura vendita).

Passaggio generazionale – caso 3) Erede incapace ma volenteroso di continuare

aprile 6th, 2012

Questa è un ipotesi frequente ed è particolarmente frustrante per chi lavora in azienda.
Spesso il successore ricorre all’uso del cognome per essere rispettato dagli altri. Le persone valide perdono motivazione ed impegno subendo il capo come un’ingiustizia.
Ecco i miei suggerimenti
1) Vendete e chiamatemi (se non è capace lasciargli l’azienda è veramente una brutta idea, lasciategli i soldi e che se li goda…)
2) Inserire in azienda nuovi soci che possono anticipare una liquidazione (es. socio per acquisto quote) o rendere più solida la società (es. socio in aumento capitale). I nuovi soci avranno voce in capitolo per intervenire sulle incapacità.
3) Vendetegli l’azienda, a sconto e con una dilazione di pagamento ma almeno rischia come imprenditore e comprendete se ha voglia di rischiare o è attratto solo dalla posizione e status.
4) Separate l’immobile e altri beni in caso gli venga lasciata la gestione (mettere al riparo quante più cose potete…)
5) Affiancatelo da persone capaci (manager, consulenti, coach) anche se “un ronzino non diventerà mai un cavallo da corsa”

Passaggio generazionale – caso 2) Erede capace ma non volenteroso di continuare

marzo 17th, 2012

E’ un caso molto frustrante per l’imprenditore.
Spesso la mancanza di volontà deriva dal fatto che l’imprenditore ha sempre soffocato ogni iniziativa del successore. Spesso si verifica che il successore una volta “in libertà” improvvisamente diventi attivo e volenteroso di gestire l’azienda.
Ecco i miei suggerimenti:
1. Cercare di capire le vere motivazioni della mancanza di volontà. State attenti che il confronto può creare traumi (es figlio che dice: non mi importa nulla della tua azienda e tu hai vissuto solo per questa…)
2. Vendere e chiamatemi (se è pigro lasciargli l’azienda è veramente una brutta idea, lasciategli i soldi e che se li goda…)
3. Organizzare l’azienda in modo tale che sia gestita da manager. Forse gli utili saranno inferiori (l’occhio del capo ingrassa il maiale) ma non è detto…
4. Inserire in azienda nuovi soci che possono anticipare una liquidazione (es. socio che acquisti quote) o rendere più solida la società (es. socio in aumento capitale)

Passaggio generazionale – caso 1) Erede capace e volenteroso di continuare

marzo 4th, 2012

Questo tipo di passaggio generazionale  è il caso migliore per il passaggio agli eredi, questi i miei suggerimenti:
1) Evitare costrizioni da parte del fondatore. Essere sicuri che l’erede scelga sulla base della propria reale volontà
2) Assunzione di responsabilità in forma graduale da parte dell’erede magari affiancato ad un tutor, coach o manager esperti
3) Durante la “convivenza”, il capostipite deve ridurre progressivamente la propria influenza nelle scelte di tipo strategico, facilitando l’evoluzione positiva del processo decisionale tra gli eredi, arrivando in tempi rapidi a ritagliare per sé il ruolo di consigliere (che dispensi consigli sempre e solo su richiesta …).

Impostazione del passaggio generazionale

febbraio 4th, 2012

In Italia il tema del passaggio generazionale è particolarmente critico in quanto quasi tutte le aziende medio piccole fanno capo ad una famiglia e oltre la metà di queste aziende, realizzate durante i periodi di boom economico, devono ora affrontare il tema della successione.
Il tema è critico, in quanto oltre a risvolti di carattere economico (teniamo presente che il 50% delle aziende sopravvive al primo passaggio e meno del 20% sopravvive al secondo) ci sono importantissimi aspetti di carattere psicologico che impattano notevolmente sull’equilibrio familiare.
Ne discende che è molto importante affrontare il tema in modo strutturato  e razionale senza coinvolgimenti emotivi.
Noi proponiamo una griglia di valutazione del successore e per ciascuna casistica formuleremo nei prossimi post suggerimenti e consigli. La griglia è basata su due semplici e fondamentali aspetti: capacità e volontà di proseguire.
Ne discendono quindi 4 ipotesi: 1) ha capacità e volontà 2) ha capacità ma non la volonta 3) non ha capacità ma ha la volontà 4) non ha capacità e non ha volontà.

Passaggio generazionale: Lasciare l’azienda ai figli?

giugno 18th, 2011

Mi trovo spesso in situazioni in cui un’azienda deve affrontare un passaggio generazionale.

l’imprenditore  è indeciso se lasciare o meno l’azienda ai figli.

La motivazione che prevale a favore di questa scelta è quella di lasciare un lavoro ai figli. Sono in disaccordo con questa valutazione e il mio suggerimento è questo:

1)      Valutate con grande attenzione e oggettività la vera volontà e capacità dei figli. Se non ne hanno voglia gli fate un dispetto, se non sono capaci bruceranno il patrimonio aziendale in breve tempo. Solo se sono veramente motivati e capaci allora vi ringrazieranno e faranno crescere ulteriormente la società.

2)      Non vedo alcun problema a lasciare i soldi ricavati dalla cessione dell’azienda che sono un valore certo e divisibile e quindi nessuno vi criticherà per aver lasciato montagne di problemi e difficoltà nella gestione del patrimonio complessivo con gli altri eredi.

3)      Con i soldi ereditati il figlio, se proprio vuol far l’imprenditore, fa sempre in tempo a creare o comprare un azienda.