giugno 24th, 2015
In questi ultimi anni la raccolta del risparmio gestito in Italia ha avuto numeri estremamente positivi e sono stati superati diversi record.
Come sono state impiegate queste risorse? Non sono state impiegate per acquistare aziende. Il settore M&A italiano non è stato certamente un beneficiario di questa raccolta. Questa ricchezza è andata a scapito delle risorse da dedicare all’economia reale (Gli investimenti delle aziende sono infatti calati del 30% dal 2008), gli acquisti di aziende sono calati moltissimo e del mercato immobiliare meglio non parlarne…
Purtroppo per l’Italia, il legame tra la risparmio gestito e l’economia reale è molto debole perché le nostre borse sono asfittiche: la capitalizzazione della borsa italiana in percentuale del PIL è poco superiore al 20% mentre negli Stati Uniti supera il 100%.
In sintesi questo sta ad indicare che il risparmio degli Italiani poi va all’economia reale di altri paesi e non in Italia.
Considerato quanto sopra quindi, per acquistare aziende, i soldi ci sarebbero, si tratta solo di veicolarli nelle PMI che oggi, a mio parere, possono dare rendimenti anche migliori del sistema bancario.
Tag:acquistare aziende, acquisto aziende, acquisto aziende in crisi
ottobre 7th, 2014
Tutte le aziende di una certa dimensione vengono sollecitate almeno una volta l’anno all’ acquisto di una società o ramo d’azienda.
Quando il potenziale acquirente riceve questa proposta e ci chiama, tra le prime attività che cerchiamo di fornire rapidamente, vi è l’analisi sintetica ma completa dei punti principali che determinano o meno la convenienza a considerare l’operazione.
Le cose che cerchiamo di approfondire sono 4:
1) Chi sono i soggetti che vendono e perché lo fanno
2) Valutazione della società proposta da un punto di vista economico/finanziario e strategico/industriale (il punto di vista puramente industriale del compratore ha un ruolo fondamentale)
3) Valutazione dei vantaggi/svantaggi per l’acquirente (dobbiamo valutare anche l’azienda del cliente compratore non solo l’azienda che vende per fare un lavoro sensato!) effettivamente solo conoscendo le due realtà è possibile stabilire se l’acquisizione può essere un successo.
4) Struttura operazione (maggioranza, minoranza, clausole varie, premi, contratti accessori ecc. ecc.)
Questi i punti principali, per approfondimenti chiamatemi!
Tag:acquisto aziende, acquisto aziende in crisi, acquisto società
gennaio 28th, 2014
In questo periodo purtroppo sono moltissime le società che è possibile acquistare da fallimenti o concordati. Ci sono infatti ottime opportunità di acquistare/affittare rami o aziende a bassissimo prezzo; oltre agli aspetti legali e procedurali sui quali ribadisco l’importanza di affidarsi a dei professionisti esperti mi preme sottolineare alcuni aspetti di business troppo spesso trascurati dall’acquirente; ecco le domande che dobbiamo porci se vogliamo considerare questo tipo di operazione:
1) Ci sono ancora i clienti ? Si fa sempre riferimento al fatturato storico ma va tenuto presente che molti clienti durante tutto il periodo di sofferenza (di solito iniziato molto prima della procedura concorsuale) si sono spostati altrove; siamo in grado di riprendere la clientela?
2) Quanto si deve investire nel circolante? Dobbiamo ricostituire il magazzino e purtroppo i clienti non pagano a vista; tanto per essere pragmatici possiamo dire che per i primi 4-6 mesi non vediamo un incasso (e in certi business è pure più lunga); abbiamo fatto una pianificazione finanziaria?
3) In che condizione si trovano i beni di produzione? Le aziende in tensione finanziaria non eccedono in spese manutentive e quindi spesso i beni non sono in ottime condizioni. E’ molto difficile, se non impossibile chiedere garanzie alle procedure; abbiamo fatto un’accurata verifica della condizione dei beni di produzione?
Tag:acquisto aziende in crisi, Fallimenti
dicembre 26th, 2013
Nelle operazioni di cessione di quote o azioni ci sono a volte degli sfasamenti temporali tra la sigla del contratto di cessione e il closing (data nella quale il contratto è esecutivo) e questo pone dei problemi di gestione in questo periodo definito “Interim period” o “gestione interinale”
Spesso si ricorre a delle clausole che contemplano degli obblighi in capo al venditore di fare o non fare determinate attività, eccone alcuni esempi
– Far sì che la società conduca i propri affari e la propria attività solo in via ordinaria e siano regolarmente adempiute tutte obbligazioni ai sensi di tutti i contratti in essere;
– Mantenere i beni produttivi in efficienza
– Assicurare che la società non effettui particolari investimenti
– Non stipulare contratti di durata superiore a [X] anni e/o di importo superiore a [X] €;
– Non modificare la politica retributiva o il numero dei dipendenti
– Non sciogliere contratti rilevanti (es. fornitura/distribuzione).
– Non distribuire utili
Dal punto di vista della gestione aziendale è un periodo particolarmente complesso in quanto il venditore ha limitati poteri di gestione e l’acquirente, sebbene non titolare, vanta importanti pretese; visti gli imbarazzi e le notevoli complicazioni il mio suggerimento pratico è sempre quello di cercare di mantenere questo periodo il più corto possibile.
Tag:acquisizione di società, acquisto aziende, acquisto aziende in crisi, Gestione interinale
maggio 20th, 2012
Di seguito i principali elementi di discussione nella decisione tra un operazione di cessione o affitto ramo d’azienda.
La principale differenza è che la cessione ramo d’azienda è un atto a titolo definitivo mentre l’affitto ramo d’azienda può essere reversibile.
La seconda differenza è legata all’andamento dell’azienda: l’affitto ramo d’azienda è una fattispecie che ricorre quasi esclusivamente nei casi di aziende in crisi e con procedure concorsuali o fallimentari, è infatti rarissimo l’affitto ramo d’azienda in caso di azienda sana: il proprietario dell’azienda non vuole correre il rischio di vedersi restituire dopo qualche anno un azienda disastrata (a meno che non ci sia di mezzo un passaggio generazionale).
Per l’affittuario è sempre preferibile che ci sia il “pit stop” dal tribunale e non un acquisto diretto per evitare varie azioni tra cui la revocatoria.
Per finire una menzione sulla valutazione. Nella cessione ramo d’azienda la valutazione è un elemento fondamentale, nell’affitto ramo d’azienda i problemi sono molto più attenuati. Se poi viene pattuito che i canoni pagati vengono dedotti dal prezzo di riscatto la problematica è veramente eliminata.
Tag:acquisire aziende in crisi, acquistare aziende, acquisto azienda, acquisto aziende in crisi, acquisto società, affitto ramo d'azienda, cessione ramo d'azienda