Le 4 fasi delle aggregazioni aziendali

novembre 20th, 2011

Per le aggregazioni aziendali proponiamo le seguenti 4 fasi:
1) Fase preliminare di formazione. In questa fase si studia il processo e vengono metabolizzati i concetti di base, si analizzano le varie opportunità in base ai propri obiettivi. La tempistica delle aggregazioni aziendali è variabile, di solito 3-6 mesi perché la comprensione e l’accettazione dei concetti di alleanza è sempre difficile.
2) Fase di Analisi. In questa fase si entra nel merito delle singole aziende con le quali ci si vuole aggregare e si fanno molteplici valutazioni (economiche, finanziarie, industriali, marketing, sinergie, regole di governo ecc). La tempistica è di circa 30 giorni
3) Fase di implementazione. In questa fase si realizza l’operazione di fusione. Ci sono molteplici aspetti e su tutti penso che debba prevalere la predisposizione del business plan congiunto nel quale si stabilisce cosa si vuol fare. tempistica mediamente 2-3 mesi.
4) Fase di Follow up. In questa fase si segue la realizzazione del progetto ed è molto delicata in quanto è in questo momento che effettivamente si devono modificare le proprie abitudini. E’ spesso utile la presenza di un soggetto esterno (di vario tipo, dal consulente al manager o addirittura un socio finanziario) che possa avere un ruolo fondamentale di mediazione. Questa fase deve durare 6-12 mesi

Aggregazioni aziendali – contratto di rete

novembre 13th, 2011

In questo periodo in cui vi è una chiara necessità di aumento della dimensione aziendale non vediamo moltissime aggregazioni tra imprese in forma di fusione. Permangono forti freni soprattutto di natura culturale che speriamo vengano superati grazie ai passaggi generazionali.

Notiamo però un crescente interesse in forme più soft di aggregazione quali ad esempio il contratto di rete. Secondo il contratto di rete, le imprese costituiscono una nuova forma giuridica per sviluppare un programma operativo comune  e mantengono la loro identità.
E’ senz’altro un ottimo strumento per alcune fattispecie (nuovi progetti innovativi, centralizzazione di alcune fasi) e sta avendo un discreto successo.

Continuo però a sostenere che una delle grosse difficoltà del sistema italiano è la ridotta dimensione aziendale e questa si supera solo con le fusioni!

Aggregazioni aziendali, se ne parla molto se ne fanno poche

novembre 12th, 2010

Delle aggregazioni di imprese se ne parla dappertutto. Tutti concordano nel giudicarle indispensabili per far superare la crisi alle piccole medie imprese ed è addirittura stato istituito un apposito beneficio fiscale. Di fatto, però, se ne vedono pochissime.

Il motivo, a mio avviso, è che sul mercato si incontrano due problemi insormontabili: i problemi culturali nell’accettare l’aggregazione e quelli legati alla complessità dell’operazione.

I problemi culturali sono il nocciolo della questione. L’imprenditore non è sempre in grado di accettare di non essere più il capo assoluto e, spesso scottato da esperienze passate, ha un basso grado di fiducia rispetto alle partnership.
La complessità è un altro tema importante: la situazione presenta moltissime sfaccettature, ci sono aspetti di strategia, di valutazione, di organizzazione, legali, fiscali e soprattutto di risorse umane e ci sono pochi professionisti con un visione a 360 gradi e competenze allargate, che possano seguire l’operazione nella sua globalità.

Quello che io suggerisco è comunicare, comunicare, comunicare

Delle aggregazioni di imprese se ne parla dappertutto. Tutti concordano nel giudicarle indispensabili per far superare la crisi alle piccole medie imprese ed è addirittura stato istituito un apposito beneficio fiscale. Di fatto, però, se ne vedono pochissime.

Il motivo, a mio avviso, è che sul mercato si incontrano due problemi insormontabili: i problemi culturali nell’accettare l’aggregazione e quelli legati alla complessità dell’operazione.

I problemi culturali sono il nocciolo della questione. L’imprenditore non è sempre in grado di accettare di non essere più il capo assoluto e, spesso scottato da esperienze passate, ha un basso grado di fiducia rispetto alle partnership.

La complessità è un altro tema importante: la situazione presenta moltissime sfaccettature, ci sono aspetti di strategia, di valutazione, di organizzazione, legali, fiscali e soprattutto di risorse umane e ci sono pochi professionisti con un visione a 360 gradi e competenze allargate, che possano seguire l’operazione nella sua globalità.

Quello che io suggerisco è comunicare, comunicare, comunicare